Filosofia
Siamo produttori che intendono praticare una “viticoltura sostenibile” attraverso l’armonizzazione del saper fare tradizionale con i nuovi metodi di coltivazione. Ci siamo dati un disciplinare nell’ambito delle linee guida dell’“Organizzazione Internazionale di lotta Biologica ed Integrata” che è orientato alla produzione di vini di eccellenza e sicuri per il consumatore.
Noi vogliamo privilegiare i metodi di coltivazione “dolci”. Intendiamo mantenere una diversità biologica nei sistemi viticoli, preservare la fertilità del suolo, ridurre gli impatti ambientali, salvaguardare la salute del produttore e assicurare la produzione di uve e vini sani. Vogliamo preservare la qualità del vino dall’omologazione imposta da metodi di lavoro e spinte commerciali che hanno come principale obiettivo il profitto.
La soddisfazione del consumatore non è perseguita come unico risultato finale, ma diventa mezzo per il suo coinvolgimento; in tal modo esso stesso collabora con il viticoltore per la produzione di vini sani e di qualità: un forte alleato per la conservazione dell’ambiente e del paesaggio.
L’innovazione
Il “saper fare” tradizionale viene recepito dall’Associazione nei principi guida delle diverse fasi produttive dove, allo stesso tempo, si attivano i processi di innovazione delle tecniche di filiera, sempre finalizzati al miglioramento della qualità del prodotto e alla protezione dell’ambiente.
Il protocollo è contraddistinto da un attento impegno per definire le migliori pratiche adottabili. La protezione dell’ambiente
L’Associazione adotta comportamenti virtuosi che abbracciano l’intera filiera produttiva e incentiva condotte che impegnano o coinvolgono l’azienda viti-vinicola in tutte le sue componenti.
Il rispetto di ambiente, aria, acqua e suolo viene ottenuto adottando regole semplici, ma efficaci, che portano gradualmente a maturare un nuovo modello produttivo.
La trasparenza e tracciabilità
Ogni procedura aziendale deve essere condivisa e caratterizzata dalla totale trasparenza, anche nei confronti del consumatore.
L’associazione chiede alle aziende socie l’assoluta aderenza ai piani di lavoro annuali e pluriennali. La tracciabilità delle pratiche viticole ed enologiche viene intesa come strumento per migliorare i rapporti tra i segmenti della filiera e tra l’azienda ed il consumatore.
Le Garanzie
L’applicazione puntuale del regolamento è sicuramente affidata alla correttezza degli associati, ma è comunque sottoposta alla sorveglianza di un ente certificatore accreditato e indipendente.
I piani di lavoro aziendali, indicanti le procedure da adottare e gli obiettivi da perseguire, sono annualmente sottoposti ad approvazione preventiva da parte dell’Associazione. Il supporto logistico e tecnico è offerto dall’ente di riferimento Bio-Service, che assicura una corretta applicazione dei principi guida.
L’esatta aderenza al protocollo fa affidamento alla condivisione da parte degli associati, ed è garantita da controlli delle procedure adottate e dalle analisi qualitative e multi residuali sui vini ottenuti.
Linee guida per uno sviluppo sostenibile
Le linee guida del nostro percorso si concretizzano in un sistema di gestione delle attività produttive secondo le più avanzate conoscenze scientifiche e secondo le esperienze consolidate nel corso degli anni. Il protocollo operativo è orientato a calibrare ogni intervento, facendo coincidere le esigenze aziendali con quelle della sostenibilità ambientale.
Responsabilità e competenza
L’azienda sarà esaminata con l’obiettivo di identificare le sue specificità ambientali e produttive: i vigneti e il loro potenziale qualitativo, la localizzazione ed il tipo di suolo, le strutture di trasformazione; anche le aree non destinate alla coltivazione saranno oggetto di indagine. L’obiettivo è di far emergere le peculiarità utili a predisporre un piano adatto alla realtà aziendale economicamente vantaggioso e rispettoso dell’ambiente.
Le strategie di sviluppo dell’azienda sono programmate attraverso obiettivi di miglioramento continuo che verranno sviluppati in sintonia con le capacità maturate nel corso dell’applicazione del protocollo.
La formazione di base e la condivisione del progetto verranno incrementate attraverso lo scambio e attraverso incontri di approfondimento.
Protezione e conservazione del suolo
La gestione del suolo serve a evitare il suo deterioramento, la perdita di sostanze nutritive, a favorire lo sviluppo della parte attiva dello stesso e a creare le condizioni per un corretto sviluppo delle piante.
Si dovranno adottare tutte le misure necessarie per rispondere alle esigenze di preservazione dei suoli scegliendo le più utili per rispondere alle specificità aziendali. Le modalità utilizzabili sono la lavorazione, la pacciamatura e l’inerbimento. La scelta dovrà essere studiata in relazione al rischio di erosione, alla tipologia di suolo e agli obiettivi enologici.
La pratica dell’inerbimento pur non escludendo le altre è auspicabile per via dei suoi benefici a livello qualitativo e ambientale. È obiettivo dell’associazione ridurre il compattamento del terreno sia attraverso l’inerbimento sia anche attraverso la riduzione dei passaggi dei mezzi meccanici.
La preparazione dei terreni per nuovi impianti, oltre ad essere eseguito nel rispetto della normativa vigente, deve essere attuato nel rispetto dell’ambiente senza apportare modificazioni sostanziali dal punto di vista agro-colturale e paesaggistico.
L’apporto di sostanza organica nella fase d’impianto è ritenuto utile al miglioramento e mantenimento della fertilità del suolo.
La scelta delle varietà e dei portainnesti deve essere consona alle caratteristiche ambientali e deve essere certificata.
La sistemazione a rittochino in suoli con pendenze elevate sono sconsigliate per via della propensione a essere erose e, nel caso non possa essere evitata, i filari devono essere inerbiti.
Anche le superfici non direttamente interessate alla coltivazione saranno oggetto di appropriata manutenzione al fine di mantenere aree ad elevata biodiversità ambientale.
Verso un vino a impatto zero
Il controllo delle malattie, inscindibile dall’attività produttiva, consente di ottenere quantità corrette e produzioni qualitativamente valide. Occorre però orientare la strategia di lotta verso sistemi integrati che privilegino la lotta agronomica e biologica e mirino a ridurre il numero dei trattamenti. L’Azienda deve mettere in atto un piano di osservazione, sia individuale che collettivo, facendo riferimento a servizi esterni o aderendo a servizi previsionali che forniscano indicazioni sulla necessità d’intervento.
La tracciabilità delle operazioni colturali di difesa è strumento fondamentale per una corretta gestione della stessa.
La scelta dei prodotti da utilizzare deve essere orientata alla riduzione dell’impatto ambientale e deve collocarsi all’interno delle linee guida fornite dall’associazione. I principi attivi saranno selezionati prendendo in considerazione la classe tossicologica, i residui ammessi, i tempi di dimezzamento, le frasi di rischio e gli effetti collaterali. È fatto obbligo utilizzare solo i presidi sanitari registrati per la coltura da trattare, tenendo conto delle restrizioni imposte dai PSR regionali e di quelle più severe e meno impattanti imposte da questa associazione.
Le linee guida dell’associazione sono orientate all’esclusione dei principi attivi con tossicità più elevata e nel contempo alla riduzione di quelli di media pericolosità attraverso la sostituzione degli stessi con prodotti identificati come non classificati o biologici, il tutto supportato da una sana lotta agronomica. Sono stati comunque esclusi tutti i formulati commerciali, dannosi per la salute umana e recanti le seguenti frasi di rischio: R 40, R 48, R 60, R 61, R 62, R 63, R 66, R 67, R 68.
Qualità, sicurezza e valorizzazione dei prodotti
L’obiettivo dell’associazione è quello di produrre vini sani, di qualità elevata e che siano espressione del territorio. La corretta gestione della vigna deve essere orientata all’adozione di pratiche viticole sane, per avere piante in perfetto equilibrio, in grado di produrre le giuste quantità e di assecondare i processi di maturazione.
La giusta maturazione e l’integrità dell’uva sono essenziali per poter elaborare vini in grado di raggiungere autonomamente elevati equilibri qualitativi. Consapevoli che la qualità nasce in vigna, ma che i processi di trasformazione e di affinamento la possono esaltare, dedichiamo tutte le attenzioni possibili anche a questa fase.
Vengono favorite le pratiche enologiche tradizionali e incentivato il ricorso a fattori fisici. L’uso di additivi non dannosi è ammesso, ma vengono premiate le pratiche orientate alla loro riduzione.
L’analisi qualitativa dei vini così ottenuti garantisce la qualità, l’aderenza alla varietà e al territorio, mentre l’analisi dei residui garantisce il rispetto dell’ambiente e la sanità del vino. L’obiettivo non è quello di avere dei residui entro i limiti legali, ma di eliminarli totalmente e garantire al consumatore un vino esente da sostanze non naturali.
Preservazione e conservazione delle risorse naturali e tutela del paesaggio
L’acqua, il suolo e l’aria sono risorse preziose. La modalità di gestione delle acque reflue e dei rifiuti è parte qualificante dei progetti di sostenibilità e deve essere orientata alla loro riduzione e ad uno smaltimento poco impattante. Le acque reflue prodotte in cantina dovranno essere smaltite nel rispetto della normativa nazionale o locale. L’associazione incentiva il recupero e l’utilizzo per uso agricolo delle acque provenienti dai lavaggi effettuati in cantina.
I sottoprodotti e gli scarti aziendali devono essere considerati una risorsa e possibilmente destinati al riutilizzo aziendale. È fondamentale la conoscenza dei tipi di residui prodotti in azienda, la loro classificazione in funzione della loro pericolosità e/o destinazione. Per ogni tipologia deve essere praticata la modalità di smaltimento prevista dalla norma e conservarne la tracciabilità.
La predisposizione di un luogo per il deposito degli stessi non sarà obbligatoria, e risponde anche al requisito di ordine e pulizia dell’ambiente nel raggio visivo attorno all’azienda.
Particolare attenzione dovrà essere dedicata alle attrezzature utilizzate per la distribuzione dei prodotti sulla pianta. Queste devono tecnicamente soddisfare il requisito di ridurre l’impatto ambientale ed essere utilizzate con l’obiettivo di diminuire i volumi di acqua e le derive. Le acque di lavaggio delle attrezzature devono essere recuperate e riutilizzate.
L’efficienza delle attrezzature di distribuzione deve essere compatibile rispetto alla normativa vigente, mentre l’efficacia della distribuzione dovrà essere verificata in campo con l’aderenza alle indicazioni d’utilizzo fornite dal costruttore.